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Il nostro miele biologico di fiori di alta montagna è Presidio Slow Food

La transumanza delle api e il valore del cibo

Siamo custodi del territorio.
Ci impegniamo per costruire un mondo più giusto e sostenibile, a partire dal cibo.
È un compito che abbiamo preso in eredità, un atto consapevole che ci riempie di orgoglio e che dà un senso al nostro lavoro.

“Un cibo vero racconta una storia.
La storia della terra dalla quale proviene e la storia degli uomini che l’hanno prodotto.
I cibi che non hanno una storia da raccontare non sono buoni.”

Carlo Petrini – Presidente di Slow Food

Chi scrive è il Presidente di Slow Food, un’associazione no profit che dal 1986 si impegna a ridare il giusto valore al cibo rispettando chi lo produce, l’ambiente, gli ecosistemi e le tradizioni locali.

Dal 2021, con il nostro miele di fiori di alta montagna “Miel da Mont” facciamo ufficialmente parte di Slow Food e qui ti raccontiamo di come lo produciamo, della transumanza delle nostre api, di cosa si nutrono a 1875 metri e di come se la passano in estate in alta quota.

Miele monofloreale o millefiori: conosciamoli meglio

Il miele monofloreale, come quello di acacia o di castagno, è un miele composto per il 95% da quell’unico fiore e si ottiene smielando i telarini al termine della sua fioritura. Un miele millefiori invece è la somma di diversi fiori e per produrlo si smiela solo al termine di altre fioriture.

Vien da sé che il sapore del miele millefiori “vero” dipende dalle caratteristiche di ogni territorio, dai periodi e dalle fioriture che possono variare di anno in anno.

Come mai allora il miele millefiori della grande distribuzione ha sempre lo stesso sapore?
Perché non è altro che un mix di identiche proporzioni di mieli monofloreali.

Come fa il miele ad essere biologico?

È una delle domande che ci fanno più spesso durante il percorso didattico “Contadini di Montagna”.

Le api prediligono volare entro 1,5 km dalle arnie ma possono arrivare fino a 4,5 km di distanza solo se hanno fame e non trovano da mangiare più vicino.

Per ottenere la certificazione biologica dobbiamo comunicare dove sono posizionate le arnie con le coordinate gps. Entro quel raggio quindi non devono esserci fonti di inquinamento come strade trafficate, fabbriche o campi di agricoltura intensiva.

Il miele, inoltre, viene anche analizzato per assicurarsi che non ci siano residui chimici o inquinanti ed è proprio dalle analisi che certifichiamo le essenze del miele, cioè di quali fiori si sono nutrite le api.

La transumanza delle nostre api

Quando a metà giugno portiamo in alta montagna le nostre vacche autoctone Grigio Alpina, guardiamo con cura a che punto della fioritura è la vegetazione e scegliamo quando portare lassù anche le arnie. È importante che le api possano nutrirsi bene e avere scorta di cibo in caso di maltempo. La fioritura migliore dura circa tre settimane e di solito coincide con il solstizio d’estate.

Scegliamo quindi le nostre 30 arnie più forti, quelle pronte ad affrontare il freddo e le avversità in quota, e le portiamo nei pressi del Rifugio Flora Alpina nella conca di Fuciade a 1875 metri.

Il giorno della loro transumanza è sempre emozionante e lo scegliamo appena abbiamo una finestra di bel tempo di almeno quattro giorni, quello necessario alle api per fare dei voli di orientamento e di produrre il primo miele per il loro fabbisogno giornaliero.

Siamo contenti perché vanno in un bel posto anche se lassù sono in mezzo alla natura più vera con gli animali selvatici e in balia di forti temporali. Tutte queste incognite a volte non mi fanno dormire.

Le andiamo a trovare regolarmente, con un occhio sempre attento al meteo.
Un’arnia di 90.000 api consuma circa due chili di miele al giorno e, solo se le previsione sono buone, prendiamo il miele che avanza o cambiamo i melari per far loro più spazio.

Solo quando le riportiamo a valle e sono davvero al sicuro, smieliamo tutti i telaini e mandiamo un campione di miele al laboratorio Slow Food di Torino per le analisi chimiche e sensoriali.

Da queste analisi abbiamo anche l’elenco delle essenze del nostro miele e le trovi illustrate nella nuova confezione che abbiamo progettato ad hoc per fartelo conoscere meglio e celebrare questo importante riconoscimento.

Il Miel da Mont è presidio Slow Food

Il nostro Miel da Mont è un miele di fiori di alta montagna con molte essenze caratteristiche del territorio fassano.

Con note di rododendro e un sapore delicato, il Miel da Mont è un antibatterico naturale ricco di minerali e antiossidanti che si utilizza per depurare ed energizzare l’organismo.

Quest’anno durante le tre settimane in quota le nostre 30 arnie hanno prodotto circa 70 chili di miele e i vasetti numerati del 2021 sono solo 250.

Perché lo facciamo?

Mantenere la biodiversità e manutenere il territorio montano è faticoso, richiede impegno, passione e determinazione. Ogni anno alleviamo vacche e capre di razze autoctone in via d’estinzione, portiamo le vacche al pascolo, facciamo il fieno anche di alta quota con gli stessi fiori di cui si nutrono le nostre api, produciamo solo latte fieno di altissima qualità per i nostri formaggi a latte crudo e curiamo l’orto, rigorosamente biologico.

Lo facciamo da 40 anni, perché è con la transumanza delle api che i miei genitori si sono conosciuti al Rifugio Flora Alpina. Ha a che fare con le tradizioni e con l’orgoglio contadino di allora.
Lo facciamo perché la natura sa darci tanto e in cambio chiede solo rispetto.
Lo facciamo perché è un miele “buono, pulito e giusto” che rispetta l’ambiente, l’economia e le persone.